Articolo inserito da Gilberto Giorgetti in data 02/03/2008
Il paese
letto 23466 volte in 16 anni 8 mesi e 8 giorni (3,85)
La Filippina
Presso San Martino in Strada, poco dopo la “Gesuita”, nei pressi dell’antico e scomparso Mulino delle “Banzole”, due cipressi indicano una strada campestre dove sopra un poggio presso il fiume Rabbi, sorge un antico palazzo già appartenuto alla Congregazione dell’Oratorio, fondata a Forlì nel 1637 dal beato Fabrizio Dall’Aste.
L’antica facciata della villa volge a ponente verso Vecchiazzano, dove sullo sfondo domina la Rocca di Monte Poggiolo che, rivolta a valle verso Forlì e Faenza, indica l’antica spiaggia dove un milione di anni fa giunse per la prima volta l’uomo erectus, colui che poi fonderà le basi per la razza europea.
La Filippina, la villa di cui si parla, forse si riferisce all’episodio che si legge nella vita di Fabrizio Dall’Aste: “…ritornando di Villa in compagnia d’un altro padre, raccolse dal campo un gran mazzo di fiori selvatici, e per essere tenuto huomo di leggerezza, li portò scoperti in mano sino alla casa, per tutte le pubbliche strade… Ogni qualvolta andava in villa alla possessione del suo beneficio discosta ben quattro miglia dalla Città sen giva a piedi, e senza ombrella anche ne’ più fervidi sollioni…”.
Dopo la soppressione napoleonica, la villa passò alla nobile famiglia dei Prati-Savorelli che se ne servì come magazzino. Nel 1866 il conte Antonio Prati la vendette a Vincenzo Tesorieri, nipote di mons. Luigi Tesorieri vescovo di Imola dal 1871.
Nel 1978 la villa apparteneva ancora ad Ivo Tesorieri.
Nelle foto seguenti:
La Filippina com’era nel 1978
La Filippina oggi (foto Roberto Tumedei)
Il beato Fabrizio Dall’Aste (incisione di Modigliani XVII secolo)