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Articolo inserito da Vittorio Girolimetti in data 14/09/2009
Feste
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IL LAVORO FESTIVO

 

TRIS  FESTIVO

 

Quest’anno, in previsione delle festività di Venerdì 25 dicembre(Santo Natale), Sabato 26(S.Stefano) e domenica 27 Dicembre 2009, la nostra nuova Giunta sta contattando le varie organizzazioni commerciali, sindacali e consumeristiche per avere un “parere” interpretativo dell’Ordinanza dell’ex Sindaco Masini, del 30 ottobre 2008  prot .n.73851 relativa agli orari di apertura e chiusura delle attività commerciali, in quanto mentre all’articolo 9,  relativamente all’orario dei negozi recita che “deve essere sempre osservato l’orario di chiusura domenicale e festiva nelle giornate del 25 e il 26 dicembre” l’art. 7 (sempre della stessa ordinanza), diversamente, prevede “l’obbligo di apertura per gli esercizi commerciali, a carattere prevalentemente alimentare,  qualora  ricorrano  più di due festività consecutive”.  E’ da anni che sulla disciplina comunale degli orari di apertura e di chiusura delle attività commerciali al dettaglio in sede fissa ne vado scrivendo di ogni sorta, anche perché in questo campo di polemiche e di distinguo, Forlì, grazie a certi Sindacati e/o Associazioni di categoria, non è seconda a nessuno. In troppi ignorano che nonostante Forlì sia stata riconosciuta città d’arte, nonostante “esista” già da tempo un accordo siglato tra Comune, categorie economiche e Sindacati che prevede l’apertura domenicale e che moltissimi esercizi commerciali usufruiscono (in base all’accordo siglato) di una completa liberalizzazione degli orari di apertura, sia durante la settimana che la domenica “con orari continuativi che potrebbero durare fino alle ore 24 (cioè senza il limite delle 13 ore giornaliere)” qualcuno continua a sostenere che “se facessimo un sondaggio fra i cittadini sarebbero non pochi a non condividere la nostra indicazione di evitare non il lavoro, ma quello festivo consacrato dalle tradizioni religiose, ma anche da quelle civili”.  Espressioni sindacalesi dovute e nulla di più. Diversamente, vorrei informare che proprio un recentissimo sondaggio del  CERMES-Bocconi commissionato da Federdistribuzione (organismo di rappresentanza della Distribuzione Moderna Organizzata in Italia) ha stabilito che: “al 64,5% degli italiani piace fare shopping la domenica nei supermercati, al 56,8% nei centri commerciali, al 54,7% nel centro città, al 39,8% e al 37,8%  nei negozi sottocasa”. Comunque, resto convinto che se nei giorni festivi infrasettimanali ed in alcune domeniche, le aperture fossero meglio programmate e comunicate (evitando così tutta la confusione che fa il sindacato) dando sicurezza di calendario al consumatore, circa il 19% degli italiani sposterebbe il proprio giorno abituale per la spesa alimentare alla domenica. E’ indubbio che nella società moderna il fattore tempo è un elemento che condiziona moltissimo i comportamenti degli individui e le dinamiche di mercato, sia dal lato dei consumi che dal lato degli acquisti e che, come rappresentante dei consumatori, sia anzitutto portato a considerare le aperture domenicali come un miglior servizio per il consumatore consapevole e un volano per la nostra economia, incentivando consumi che diversamente non si farebbero. Avviandomi alla conclusione, vuoi per vecchie esperienze sindacali (35 anni attivista di CISL), vuoi per aver lavorato 15 anni negli Autogrill (dove si lavora 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno: Pasqua, Natale, Capodanno, Immacolata Concezione, ecc. compresi) potrei tranquillamente sostenere che quello che i sindacati del commercio non hanno ancora capito è che non possono continuare a pensare al lavoro di certe attività commerciali come ad una qualsiasi occupazione, con orari di lavoro precisi e inflessibili, come nelle fabbriche, negli uffici, come fanno nelle stesse sedi sindacali. Quello di chi lavora in un negozio è un mondo a sé, un mondo (lasciatemelo dire da esperto) con ritmi e regole diverse da quelli dei normali lavoratori, fatto di sacrifici, di rinunce  che, a volte, mette in pericolo gli affetti ( primo fra tutti la famiglia) che dà poca libertà, ma anche tante soddisfazioni. Un lavoro duro, ma oggi come oggi, con i tempi grigi che corrono bisogna cogliere ogni minima opportunità lavorativa o quanto meno, avere la possibilità e la libertà di farlo fintanto che qualcuno non decreti: “ Oggi è festa”, quindi a Forlì, tutto fermo, tutto chiuso (bar, ristoranti, negozi, ecc.) ”. Ma nelle vicinanze quanti centri commerciali sono sempre aperti? E quanti negozi di stranieri? Tutti e senza regole.

 

                                                                                      VITTORIO  GIROLIMETTI

                                                                                          assoutenti.forli@libero.it

 

Forlì, 4 Settembre 2009

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