Una cosa è certa. Nelle sculture di Antonio Giosa c’è un senso della materia come forza positiva simbolo di creazione e di durata nel tempo.
Antonio Giosa si è imposto in ambito cittadino come personaggio per la sua personalità di insegnante, ora di dirigente scolastico, ma soprattutto, per come l’ho conosciuto e lo conosco io, di intellettuale e di artista capace di esprimersi in un’importante attività artistica. Ha maturato nel corso degli anni un profondo interesse per l’arte, per la scultura in particolare, che da docente all’Istituto Liceale d’Arte ha saputo trasmettere a diversi allievi. Dando a questi ultimi la possibilità di avviare anche un percorso di ricerca e di impegno di grande interesse. Così com’è interessante il percorso di ricerca che Antonio Giosa sta portando avanti e che gli consente di lasciare tracce indelebili del suo operare, com’è avvenuto con la donazione in questione. Non è nuovo a gesti simili. Considero il suo atteggiamento e quello analogo di altri suoi colleghi molto importante per la vita artistica e culturale della nostra comunità.
Favorire il diffondere dell’arte è stato nelle varie epoche un ottimo investimento perché ha dato spessore alla continuità storica e alla fondamentale opera di identità e di partecipazione, alla quale nessuno di noi si deve sottrarre.
È quindi lodevole lo sforzo compiuto per l’occasione da chi ha consentito la realizzazione della scultura e da chi ha dato la possibilità di installarla in un importante luogo di culto com’è la nuova chiesa di San Martino in Strada.