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Articolo inserito da Andrea Gorini in data 13/01/2010
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Rosamaria Barbieri e Bruna Nisi

VESTIAMOCI CON LA LANA!
E’ un consiglio di ROSAMARIA   E  BRUNA

Nella foto Rosamaria Barbieri e Bruna Nisi

Siamo in una stagione in cui parlare di maglie di lana è non solo conveniente, ma anche necessario. In sintesi è l’argomento del giorno. La curiosità nasce anche dalla scarsa conoscenza che abbiamo del lavoro delle magliaie, un lavoro che vanta origini molto lontane nel tempo.  Oggi non sono molti coloro che si occupano di questa importante area dell’ artigianato. Il mercato è infatti  sommerso da capi d’abbigliamento confezionati industrialmente un po’da tutte le parti del mondo. Eppure basta retrocedere di alcune decine di anni per incontrare gran parte del mondo femminile occupato a produrre maglie con gomitoli e coi  ferri. Le macchine da maglieria sono venute dopo. Con o senza macchinari, quanta passione ha animato le donne artigiane specializzate in questo settore. Ce ne parlano due dolcissime signore forlivesi, Rosamaria Barbieri e Bruna Nisi, impegnate da cinquant’anni nella maglieria.
La loro storia inizia quando ancora non sapevano con certezza se confezionare maglie sarebbe stato il lavoro della loro vita. Rosamaria appartiene ad una famiglia di artisti: il padre liutaio, il fratello scultore-orafo, ma è stato grazie alla madre se ha intrapreso il lavoro di magliaia. L’occasione  venne offerta da una  vicina di casa che esercitava questa attività. Erano quelli tempi duri, i soldi erano pochi. La necessità impose a Rosamaria e  a sua madre la decisione di cucire le maglie che la vicina confezionava. La fortuna venne loro in aiuto. In quegli anni inaspettatamente la situazione cambiò: ci fu  il boom delle maglie e dei maglifici. Le  nostre due signore  si recarono a Forlì, da Casali, a prendere lezioni su questo mestiere e ad acquistare a rate una macchina per maglieria.
Fu così che Rosamaria aprì un laboratorio e, in seguito, acquistò nuove macchine. Il laboratorio vide avvicendarsi numerose allieve che, una volta imparato il mestiere, aprivano un laboratorio di maglieria in proprio. Molte di loro provenivano dall’Opera don Pippo: una casa di accoglienza per ragazze disabili o con problemi, alle quali veniva  così offerta  l’opportunità di imparare un mestiere. Poi ci fu  l’incontro con Bruna. Aveva  nove anni e andava a fare i compiti  dalla mamma di Rosamaria.
Qui cominciò la sua  attenzione verso la lana, attenzione che non l’ha più abbandonata facendola diventare, sotto la guida di Rosamaria, abile magliaia, tanto da essere lei a programmare le macchine del loro comune laboratorio. Oggi Rosamaria e Bruna, da qualche mese pensionate, continuano  a creare con passione  maglie, ma lo fanno solo per loro stesse e per i familiari. ‘Abbiamo lavorato per varie ditte come Parronchi, Miba, Pierre Paul cashmere e, come ultimo, il maglificio Bizar -piega Rosamaria-. Ci siamo però occupate anche  di confezioni per privati. Abbiamo creato campionari, modelli, molti dei quali sono stati assai apprezzati’. Tanto apprezzati che l’attrice Laura Carli voleva vestaglie da camera in lana create  solo da Rosamaria e Bruna.
Un giorno, un’altra nota  attrice, Valeria Valeri (amica della Carli), s’innamorò di una di queste vestaglie. La commissionò per sé e da allora  tanti sono stati gli abiti che le due magliaie hanno creato per lei, perfino alcuni di scena. Fra l’attrice e le due valide artigiane si è creata una solidissima amicizia, tanto che le due forlivesi sono spesso ospiti, a Roma, della Valeri e quest’ultima lo è a San Martino in Strada (dove risiedono Rosamaria e Bruna) quando viene  a Forlì. Altre attrici, come Marina Tagliaferri, o persone di cultura, come Fanny Monti, diventarono amiche e clienti delle magliaie. ‘Un tempo  -ricorda Bruna- abbiamo lavorato con macchine Comet, le prime in assoluto automatiche, oggi sono state superate da macchinari sempre più sofisticati e all’avanguardia, tali da poter essere programmati  al punto da creare una maglia completa.’  Dopo il boom, in questi ultimi anni, una grave crisi si è abbattuta nel settore: oggi non c’è più la grande produzione (se non per poche  ed importanti ditte) ma solo una produzione di modeste dimensioni con la sola differenza che i capi, in questo caso, sono molto ricercati.

 ‘Le preferenze dei clienti sono state orientate verso tutti i generi di maglieria: dai completini ai cappotti, dai maglioni alle gonne e ai pantaloni, con preferenza per la pura lana o il cashmere -dichiarano le due bravissime artigiane-. Anche per i colori le scelte, nel tempo, sono state dettate dalla moda, ma il nero è sempre stato in auge’. ‘Per quanto mi riguarda -aggiunge Rosamaria- ho sempre  preferito il rosso e ritengo che i capi più belli siano i cappottini’. ‘Al posto della pelliccia  ho creato per me una bella mantella. Inoltre amo molto i completi di tre pezzi, con maglie e pantaloni’ sottolinea Bruna  che, al contrario del nome, è bionda ed ha un bel fisico, adatto per dare il giusto tono ad indumenti di lana . Essere magliaie è una professione che dà soddisfazione ed è assai creativa tanto che le due amiche la consigliano caldamente ai giovani come esperienza e scelta lavorativa. ‘Noi saremmo disponibili ad insegnare loro questo mestiere!’, dicono con passione ed entusiasmo le nostre magliaie. Un lavoro, dunque, che ha tutte le valenze per trasformarsi in operazione artistica: Rosamaria e Bruna hanno anche esposto alcune loro produzioni in mostre e, non a caso, esse amano il cinema, il teatro e l’arte. Nei momenti liberi visitano mostre, seguono costantemente gli spettacoli teatrali fino a fare una corsa tutta d’un fiato a Roma per essere presenti all’ultima piece dell’amica Valeria Valeri.  Non solo, ma Bruna  ha addirittura recitato per  sei anni con una compagnia dialettale diretta dal compianto scultore Glauco Fiorini. E che altro ancora?  Le cene. Sì, le cene con gli amici.
Ospitali ed affettuose Rosamaria e Bruna non rinuncerebbero per nulla al mondo ad organizzare cene per festeggiare un compleanno o semplicemente per incontrare le persone care: col sorriso e tanto affetto davanti ad un desco profumato, caso mai, di piadine, formaggio  e Sangiovese.

Rosanna Ricci

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