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Articolo inserito da Ruggero Ridolfi in data 23/01/2011
Attività culturali
tratto da PANDEMIE E COMPORTAMENTI VIRTUOSI - Ed il Cigno 20 Gennaio 2011
letto 7752 volte in 13 anni 10 mesi e 9 giorni (1,53)
Ad Haiti infuria il colera.

Ad Haiti infuria il colera. Dopo centinaia di morti causati dal terremoto ora si aggiungono altre decine di vittime per le epidemie. Che colpa deve scontare quella terra sfortunata? Quella di avere Politici ed Amministratori che non hanno saputo/potuto/voluto costruire case antisismiche …  ma neppure strutture fognarie ed igienico-sanitarie degne di un paese civile. Già perché, ormai, da circa 2 secoli un Paese Civile costruisce edifici capaci di resistere ai terremoti (tranne quando comitati di affari.. prediligono gli affari), costruisce strutture con servizi igienici e sanitari, con reti fognarie che separano le acque inquinate dalle potabili,e, soprattutto,  educa con norme igienico-sanitario la società ed i singoli. 

All’inizio dell’800 è iniziata una vera rivoluzione culturale che ha sconfitto le grandi epidemie, peste, vaiolo,  colera..  etc, che hanno causato di milioni (miliardi?) di morti nella storia dell’umanità. Non sono stati gli antibiotici che ci hanno liberato dalle epidemie, ma è stata, molto prima la consapevolezza sociale di usare norme di comportamento  rivolte alla cura dell’igiene. Ora ci appaiono semplici e “naturali”, talora assumono aspetti rituali o esagerazioni “maniacali”, sono anche entrate nel  giro della pubblicità e del business, … ma intanto ci siamo liberati delle grandi epidemie infettive.

Combattiamo, però, ancora con malattie che ci terrorizzano per il loro carico di sofferenze e di vittime: prima fra tutte il cancro. Stiamo migliorando le cure, la mortalità dei pazienti diminuisce … ma il numero delle persone che ammalano continua a crescere, anche in età giovanile. Siamo alla ricerca frenetica di farmaci e terapie in grado di farci guarire da ogni forma di cancro, ma, come non sono stati gli antibiotici a sconfiggere le grandi epidemie, probabilmente non saranno i nuovi farmaci a sconfiggere il cancro. La vera lotta definitiva al cancro è quella di creare le condizioni  per  evitarlo: occorre una nuova rivoluzione culturale nella testa delle persone e soprattutto nella testa di Amministratori e Politici. Dobbiamo tutti  capire che non si sconfigge il cancro e con lui le altre malattie degenerative, continuando a spandere sostanze tossiche  e cancerogene nell’ambiente. 

La nostra società costruisce edifici con metodi antisismici e con grande cura per l’igiene, ma non tutela l’ambiente che ci circonda e quindi non tutela la nostra salute. Incentivare l’incenerimento dei rifiuti, innalzare i limiti di tollerabilità di inquinanti  (come per  l’arsenico) nelle acque potabili, tranquillizzare sui contenuti di diossine nel cibo che mangiamo, autorizzare l’uso massivo di diserbanti e pesticidi,  sono comportamenti irresponsabili.  Sono assimilabili all’incuria dei governanti settecenteschi di fronte alle grandi epidemie, con l’aggravante di un cinismo che, oggi, non si può trincerare dietro l’ignoranza di allora. Gran parte delle sostanze cancerogene come la diossina entra nella catena alimentare ed è stabile per molti decenni: le dichiarazioni che sentiamo in questi giorni da parte di molti “esperti” appaiono come pietose rassicurazioni di Manzoniana memoria.

E’ pubblicato proprio in questi giorni su “Environment International”, un lavoro scientifico francese che sentenzia come vi sia: “un aumentato rischio di Linfomi Non-Hodgkin e contemporanea  di concentrazione nel sangue di sostanze Diossino-simili in coloro che abitano vicino ad inceneritori per rifiuti urbani”. L’equazione appare semplice: all’aumento  della quantità cancerogeni  sparsi nell’ambiente, nell’ aria, nel terreno, nelle acque, nella discariche, corrisponde un aumento  del numero di ammalati di cancro.

Duecento anni fa si è imparato a non versare più il vaso da notte dalla finestra nella strada sottostante: è ora che si  impari anche a non avvelenare l’ambiente.

 

Ruggero Ridolfi

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