Articolo inserito da Andrea Gorini in data 12/06/2007
Storia
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Cenni storici di San Martino in Strada
L’0rigine di questa chiesa è antichissima. Essa è una delle più antiche chiese matrici, tenuta in grande considerazione ed aveva un tempo una giurisdizione molto estesa, comprendendo una parte della città.
È già ricordata nella donazione che il Vescovo di Forlì Uberto face va all’Abate Giovanni di S.Mercuriale nel 966 come Pieve “Plebe S. Martini quae vocatur in strada”. Insieme alle sue chiese dipendenti, cioè, Bussecchio, Vecchiazzano e Grisignano, ne fu confermata la donazione a S.Mercuriale dal celebre decreto di Papa Alessandro nel 1160. Essa era esente dalla giurisdizione temporale, ma per ciò che riguardava l’investitura eclesiastica nello spirituale, si doveva riconoscere l’autorità vescovile.
Nel 1170 fu confermata in parrocchia, con l’obbligo fatto dall’Arciprete di eleggere per la cura delle anime due capellani, che negli atti di elezione sono sono chiamati canonici, che dovevano ricevere l’investitura temporale dall’Abate di S.Mercuriale ed essere riconosciuti dal Vescovo di Forlì.
Il Possesso di questa chiesa doveva essere di grande onore e molto desiderato: infatti vediamo che fin dal sec. XII essa ebbe per Arcipreti uomini delle più cospicue famiglie Forlivesi, come un Orselli, un Ordelaffi, un Numai e tanti altri.
Dealla cronaca dei cantinelli sappiamo che il 14 settembre 1281 vi presero campo i Francesi di Giovanni d’Appia e vi bruciarono tutte le case.
Nell’anno 1425 Guido Manfredi signore di Faenza, venne contro il Duca di Milano, signore di Forlì e il giovedì Santo, 5 aprile, si fermò al Bastione che proprio allora si fabbricava sopra la chiusa del fiume rimpetto a S.Martino. Il martedì di Pasqua poi andè alla chiesa di S.Martino e la diroccò assieme con il Caminello (?). Gli anoles forol, non ricordano la chiesa ma dicono che devastò “clausas et molendina usque prope Forlivium”
La dipendenza di questa parrocchia da S. Mercuriale importò spesso divergenze col Vescovo, che si acuirono specialmente nel sec. XVI, al tempo di Mons. Giannotti.
Dal sec. XVI in poi non vi sono notizie notevoli di S.Martino.
Nel 1827 l’Arciprete Don Giovanni Giammarchi a sue spese rifece la canonica e provvide la chiesa di molte cose mancanti. In una sua memoria il medesimo riferisce che due uomini solo hanno ammesso la comunione Pasquale.
Notevoli restauri, con totale rinnovamento della facciata, vi sono stati compiuti nel 1914 dall’Arciprete Don Vincenzo Monteschi e nel 1920 per sinodo Jaffei è stata ripristinata nella sua dignità di matrice di un’ampia Congregazione con sei chiese dipendenti.
Elenco degli Arcipreti a cominciare dal 1678:
1678 – D. Matteo Baldani m. 1686.
1686 – D. Cassiano Mambelli m. 1700.
1700 – D. Vespasiano Leoni – Rimosso.
1702 – D. Sante Pier Frascetti m. 1737.
1737 – D. Domenico Garioli parroco a Saturano.
1749 – D. Paolo Montanari parroco a San Lorenzo.
1756 – D. Antonio Riva m. 1759.
1770 – D. Domenico Zoli m 1819.
1814 – D. Giacchino Fabbri parroco a Villefranca.
1821 – D. G. Giammaschi – Rinuncia.
1847 – D. Luigi Zavatti – Rinuncia.
1880 – D. Giuseppe Ragazzini m. 1889.
1890 – D. Antonio Rosetti – Rinuncia
1910 – D. Vincenzo Montuschi p. a Ducenta.
1924 – D. Romeo Servadei parroco a S. Pancrazio.
1929 – Don Luigi Bentini.
1944 - D. Giovanni Cani.
1956 - D. Natale Mazzari.
1966 - D. Ildebrando Leonardi.
1998 - D. Bruno Bertelli.
Commento inserito da
Marino Leoni in data 05/05/2010 21:06:50
www.sanmartinoinstrada.com/p.asp?p=358&i=573
sono Marino Leoni e, guardando l'elenco dei parroci che si sono succeduti a S.Martino, credo di ricordare che don Giovanni Cani non possa essere venuto nel 1944, perchè quando io feci la Prima Comunione e la Cresima c'era ancora don Bentini ed era il 1953, anzi il cappellano, che ci faceva catechismo, era don Sergio che poi partì qualche anno dopo come missionario.. che vorrei sapere dove è andato.