Articolo inserito da Andrea Gorini in data 22/08/2011
Il paese
tratto da Corriere di Forlì
letto 43957 volte in 13 anni 2 mesi e 15 giorni (9,12)
“L’apparizione” sparita dalla pieve
L’opera donata da Mauro Maltoni a San Martino in Strada rimossa dal nuovo parroco
SAN MARTINO IN STRADA. «Chiedo scusa, reverendo, saprebbe dirmi dov’è finita la mia opera?». Nella periferia ovest di Forlì succede pure che un giorno ti stendono il tappeto rosso in segno di gratitudine per aver donato un tuo quadro alla comunità, e l’altro te lo smontano senza dire nulla, solo perché l’opera non è più in sintonia con l’ambiente che lo contiene. La strana vicenda occorsa ad un pittore e scultore forlivese, ha tutte le carte in regola per assurgere a scherzo di Ferragosto, quasi peggio di un gavettone ghiacciato. E’ il 19 di ottobre 2006: nella vecchia pieve di San Martino in Strada, preceduto dal concerto per flauto e chitarra di Tito Ciccarese e Paolo Benedetti, l’artista Mauro Maltoni dona alla locale comunità parrocchiale, ancora guidata da don Bruno Bertelli, l’opera moderna “Apparizione”. E’ un olio su tela 150 per 100, corredato da un’installazione in ceramica. La sagoma del Cristo sulla croce, sfumata e velata ma inconfondibile, appare ad un bambino dipinto di spalle, che manifesta tutto il suo stupore. «Ho cercato - rivela Maltoni - di spiegare il mio immutato stupore per il mistero della fede, per il fatto di Dio che si fa crocifiggere per amore dell’uomo». La tematica religiosa non ha salvato la tela dalla rimozione, decisa dal nuovo parroco don Maurizio Monti. Il bello è che Maltoni se n’è accorto per puro caso. «La chiesa nuova di San Martino in Strada apre solo per le funzioni liturgiche, mentre quella vecchia è sempre rigorosamente chiusa». Qualcuno del posto, assiduo frequentatore della parrocchia, nota che l’“Apparizione” non… appare più, e informa l’autore. Maltoni, che nell’ambiente artistico è stimato ed apprezzato, con una grande mostra biografica proposta nel 1997 nell’oratorio di San Sebastiano a Forlì, senza dimenticare personali in ogni dove, in Italia e all’estero, decide di parlarne direttamente con il parroco. «Mi dispiace - si giustifica don Monti - la pieve è un ambiente antico e la sua opera, moderna ed astratta, è anche un po’ lugubre, e lì non ci stava proprio. Così l’ho tolta, in attesa di riproporla in una sala parrocchiale». Maltoni non ha gradito: «Quel quadro l’ho donato all’intera comunità parrocchiale per essere affisso nella pieve, assieme a quelli di altri artisti, tutti rimossi». L’idea che “Apparizione” sia ricollocato in un ambiente profano, non piace al pittore. Ma c’è anche il problema temporale: «Quando sarà riaffisso?». Il dubbio più grande riguarda la logistica: «Don Maurizio, dov’è adesso il quadro?». A monte di tutto c’è l’evidenza che al sacerdote “Apparizione” non piace: «Ogni altro contenitore diverso dalla pieve sarà un ripiego». Mauro Maltoni sta maturando il proposito di chiedere la restituzione del quadro: «Troverò un’altra chiesa dove ricollocarlo. E’ quello l’ambiente più appropriato per manifestare lo stupore umano di fronte al sacrificio estremo del Cristo crocifisso». Piero Ghetti
Commento inserito da
Giulio Marabini in data 28/08/2011 16:08:12
www.sanmartinoinstrada.com/p.asp?p=1033&i=742
Intervengo sul “caso” della rimozione dalla Chiesa della Pieve di San Martino in Strada del dipinto “Apparizione” di Mauro Maltoni, prima nella mia veste di parrocchiano di San Martino e poi in virtù del mio impegno istituzionale e della vicinanza che sento nei confronti degli artisti – spesso anche protagonisti della vita cittadina – che si trovano coinvolti nella vicenda.
È importante fissare con chiarezza due punti di partenza che ritengo oggettivi.
In primo luogo la Chiesa, che pure ha come missione quella essere la casa di tutti, non può aprirsi alla comunità a discapito di quello che è il suo messaggio fondante: l’annuncio della salvezza attraverso Cristo Risorto. Data questa premessa è evidente che le parole e le immagini veicolati in ambito ecclesiastico debbano avere un contenuto ed una forma tali da mantenere integro il messaggio centrale. Ritengo condivisibile la necessità espressa da Don Maurizio di dover utilizzare dei criteri per far sì che la pur lodevole generosità e buona volontà dei parrocchiani non trasformi la chiesa in una sorta di “deposito” di opere tra loro disorganiche e, talvolta, di dubbia qualità artistica.
In secondo luogo va affermato l’indubbio valore artistico dell’opera di Mauro Maltoni, al pari di quella di Roberto Casadio, indirettamente citato nella risposta diffusa in parrocchia da Don Maurizio. Questi artisti sono riconosciuti in campo almeno nazionale (potendo vantare anche mostre all’estero) e se ad oggi non sono noti al pari di altri pittori viventi è solo perché entrambi hanno scelto di porre la loro libertà intellettuale e di espressione al di sopra dei ritmi e dei vincoli che il business dell’arte impone. Sarebbe pertanto un errore dare in questa vicenda un giudizio influenzato dal (legittimo) gusto personale o dalla convinzione che l’arte moderna non sia adatta - al pari di quella medievale, rinascimentale o barocca - a rappresentare il sacro: basti pensare alla modernità che caratterizza la Sala Nervi in Vaticano, l’intera Chiesa di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo (progetto di Renzo Piano con sculture di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Paladino, per citare solo i più noti), oppure, più in piccolo, allo stile del pastorale d’argento utilizzato da oltre 20 anni dal Pontefice, molto bello ma indubitabilmente di gusto moderno.
Del resto anche in passato pittori poi riconosciuti universalmente come grandissimi furono oggetto di critiche per la modernità dei loro mezzi espressivi (tra tutti Michelangelo e Caravaggio).
La proposta che molto umilmente mi sento di fare per evitare risvolti amari in una storia nata solo per amore del proprio quartiere e della propria parrocchia (da ambo le parti) è quella di verificare la possibilità di realizzare – con un lavoro congiunto dei cittadini di buona volontà, della Parrocchia e della Commissione Diocesana che sovrintende all’arte sacra – un progetto che consenta di disporre in modo armonico e liturgicamente corretto le diverse opere già in possesso della Parrocchia di San Martino (previa adeguata selezione) nell’ambito della Chiesa nuova che, fatta di cemento armato e priva di un orientamento rigidamente definito, sarebbe probabilmente idonea a divenire un esempio di adeguata utilizzo dell’arte antica e moderna al servizio della fede, così da rendere la circostanza che ha dato origine alla polemica estiva un’occasione per indicare a parrocchie ed artisti il giusto percorso per collaborare proficuamente.
Commento inserito da
Andrea Gorini in data 30/08/2011 16:30:05
www.sanmartinoinstrada.com/p.asp?p=1033&i=743
dal Corriere di Forlì del 30 agosto 2011
Fa discutere il quadro rimosso. A San Martino in Strada fronti divisi in difesa o contro la scelta del parroco. FORLI'. Quella che pareva un'interperanza ferragostana, dettata da un'interpretazione restrittiva del sacro, sta invece scatenando un dibattito inaspettato. Alcuni giorni fa il pittore forlivese Mauro Maltoni ha espresso
Commento inserito da
Roberto Brunelli in data 01/09/2011 14:23:08
www.sanmartinoinstrada.com/p.asp?p=1033&i=744
Carissimi concittadini Sanmartinesi,
Senza entrare direttamente nel merito della discussione sulla rimozione delle Opere dalla Chiesa di San Martino, vorrei fornire degli interessanti spunti di riflessione sull’argomento “Arte Contemporanea & Chiesa Cattolica a Forlì e non solo”.
Mi piace quindi ricordare l’Artista di fama internazinoale Marco Cingolani e la sua intervista “Cingolani. «L'arte è una questione cattolica»“ visibile alla pagina web:
Le sue opere sono esposte nei principali musei del mondo e sono state consegnate a illustri personalità tra cui Giovanni Paolo II, Ronald Reagan, George Bush, Michail Gorbaciov.
Opera di Gianni Visentin "Riconciliazione" anno 1987, Creta. Dal 13 Maggio 1988 entrata a far parte della collezione d'arte religiosa moderna dei Musei Vaticani ( foto sopra ).
1983: ll Pontefice Giovanni Paolo II si intrattiene con l'Artista ( foto sopra ) complimentandosi per il piatto dell'Anno Santo realizzato dal maestro. Il Santo Padre ha apprezzato una "maternita'" in bronzo che è entrata a far parte della collezione del Vaticano ( foto sotto )
Nel 1969 realizza la decorazione a graffito della volta della nuova chiesa Regina Pacis di Forlì ( foto sotto ) e l'imponente crocefisso alto quattro metri per l'Altare Maggiore.
Per leggere la storia di Irene Ugolini Zoli vedi qui:
Mauro Maltoni è nato a Forlì nel 1946, dove svolge la sua attività artistica a S. Martino in Strada. Nel 1968 allestisce le sue prime mostre personali alla Galleria “Barcaccia” di Ravenna e alla Galleria “Dell’Artista” di Foggia. Nel 1971 M. Azzoli...
inserito da Alvaro Lucchi in data 11/09/2011
3 commenti
Chissà se don Maurizio Monti avrebbe concesso ad un artista straniero di allestire al centro della Pieve di San Martino un grande cilindro bianco dal quale si sprigiona una colonna di fumo bianco che, forzata da quattro altrettanto imponenti colonne di ventilatori poste ai vertici di un...
Buongiorno, benvenuto a questo sito che si aggiunge ad altri e ci fa conoscere la storia dei quartieri della nostra città. Il Quartiere Cava - Centro Sociale sarebbe disponibile ad ospitare le opere del M.o Maltoni e del M.o Casadio sfrattate dalla Chiesa di San Martino. Attendo ris...