Monumento di Roberto De Cupis, dedicato ai Caduti di tutte le guerre,
Originario di Roma De Cupis conseguì il diploma di licenza in Architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Parma nel 1922. L’anno seguente si trasferì a Forlì, dove aprì il suo primo studio. Allievo dell’architetto Giuseppe Mancini, si perfezionò in architettura e scultura attraverso l’apporto dello stimolante magistero di Wildt, De Carolis, Strobel, Marzaroli. Tra le sue opere più significative si deve ricordare la trasformazione del palazzo delle Cooperative Forlivesi, poi Circolo Mazzini, dove eseguì anche il busto di Giuseppe Mazzini (1923-25). Particolarmente interessante è il suo progetto per la sistemazione interna del palazzo Monti (1926-28). Collaborò inoltre alla realizzazione delle opere scultoree della nuova stazione (1929) e realizzò la decorazione a stucco neobarocca dello scalone del palazzo Orsi Mangelli (1930-33). Insieme a uno stuolo di altri artefici diede forma all’assetto decorativo del Palazzo delle Poste, impegnandosi soprattutto nella creazione di un busto del duce. Particolarmente complesso fu il suo apporto nel cantiere della Casa Del Mutilato. Eseguì inoltre un monumento votivo a San Varano (1926-28), il restauro e la traslazione (dal cortile interno del Palazzo della Missione alla piazza antistante) del monumento a G. B. Morgagni (1929), nonché numerosi monumenti funebri collocati nei cimiteri di Forlì e di Forlimpopoli per le famiglie Orsi Mangelli, Milandri, Petrucci, Rivalta, Manzoni, Casadei, Hercolani, solo per citarne alcuni). Negli anni Trenta creò il monumento funerario per la famiglia Gentile nel cimitero monumentale di Milano. A lui si deve anche la progettazione di numerose ville presenti nel territorio di Forlì, nella riviera adriatica e a Roma (villa Romiti), nonché la realizzazione del palazzo De Cupis, di cui era proprietario. Nel 1965 ideò il monumento ai caduti di tutte le guerre a San Martino in Strada presso Forlì e nel 1970 un bassorilievo bronzeo in memoria del prof. Mario Loreti per il palazzo dell’AVIS di Forlì |