Sin dall'inizio è stato il direttore sportivo quella società, ricoprendo questa carica per oltre 40 anni. Persona di grande carisma, dal carattere molto forte, tecnico molto valido e profondo conoscitore del ciclismo e dell'animo umano, dotato di un formidabile intuito nell'individuare gli atleti di talento, ha dedicato tutta la sua vita alla Sammartinese, con la soddisfazione di avere contribuito a formare tanti atleti e tanti giovani.
Essendo il D.S. di atleti a livello nazionale, ha sempre goduto di grande considerazione come allenatore e tanti corridori di altre squadre venivano da tutta la Romagna nella sua bottega da calzolaio per farsi sistemare i tacchetti degli scarpini e per ascoltare i suoi preziosi consigli. Grazie a queste sue doti la Società ha raggiunto in passato un grande prestigio. Purtroppo da allora il ciclismo è cambiato: prima col nascere dei Gruppi Sportivi, poi con l'entrata in scena degli sponsor, il dilettantismo è praticamente sparito, lasciando il posto ad un semiprofessionismo di anno in anno sempre più esasperato, mentre la Sammartinese è per sua scelta - rimasta sempre la stessa, fedele ai suoi valori. Landi ha infatti sempre rifiutato di scendere a compromessi con le sponsorizzazioni, mantenendo inalterata (ormai unica società in Italia) la propria maglia e denominazione sociale. Questa scelta ha comunque condizionato la situazione che ha visto le altre squadre spendere milioni per allestire le proprie formazioni, mentre Landi ha continuato a spendere solo la sua "serietà". Serietà era infatti la parola che più ricorrentemente prounciava Landi con grande enfasi quando intratteneva i suoi ragazzi: una cosa che lui pretendeva sempre e che comunque sempre dava incondizionatamente. Per far fronte alle necessità finanziarie della società s'impegnava tutto l'anno per racimolare fondi e premi. A chi una volta gli chiese come facesse la Sammartine a continuare la propria attività in mancanza di sponsor, rispose: "il nostro segreto è una sana amministrazione". Anche in questo infatti "Midi" era maestro e non faceva mai il passo più lungo della gamba, non spendeva mai una lira se non ne aveva almeno due nel portafoglio e spesso, durante le trasferte, mentre i suoi atleti dormivano in albergo, lui per risparmiare dormiva in macchina. Nonostante gli scarsi mezzi finanziari a disposizione, grazie al suo intuito riusciva comunque a trovare qualche ragazzo abbastanza valido su cui riversare tutto il suo entusiasmo e la sua esperienza. Così succedeva che il ragazzo otteneva qualche risultato e si metteva in mostra e puntualmente le società più facoltose lo allettavano con promesse di denaro, premi e facili carriere, e così Landi, pur amareggiato e sconsolato, ricominciava daccapo. Sempre molto rispettoso della salute e della integrità fisica e morale dei suoi ragazzi, è stato spesso per loro come un padre. Da qualche anno è a riposo per raggiunti limiti di età (ha 84 anni), forse felice di sapere che c'è qualcuno che cerca di mandare avanti la sua Sammartinese. Landi è comunque sempre ricordato da tutti e non c'è trasferta in Toscana, Marche o Umbria, nella quale qualcuno non si avvicini al pulmino per chiederne notizie e ricordare i bei tempi. Trovare le parole per dire quanto Landi sia stato importante per la Sammartinese è molto difficile: Landi era la Sammartinese |