Articolo inserito da Gabriele Zelli in data 18/06/2007
Attività culturali
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Scoprimento scultura.
È significativo che, ad oltre dieci anni dalla scomparsa di Glauco, i familiari, gli amici di San Martino in Strada, il locale Comitato di Quartiere, la Circoscrizione n. 5 competente per territorio, i soci dell’Associazione Glauco Fiorini abbiano convenuto che l’opera da collocare nel piazzale della Pieve, e pertanto nel bel mezzo del quartiere dove l’artista è nato e vissuto per oltre cinquant’anni, debba essere la scultura “E poi…”. È una figura femminile molto stilizzata, creata al termine di una fase decisiva del suo percorso creativo. In precedenza aveva realizzato immagini di donna molto realistiche, in cui le forme si lasciavano leggere e le linee componevano sguardi, corpi, movimenti. A poco a poco, scultura dopo scultura, l’artista ha modellato le forme in modo sempre più stilizzato, lasciando solo le linee più importanti fino a giungere ad una composizione essenziale.
La scultura “E poi…” rappresenta la libertà creativa che va riconosciuta ad ogni artista: all’osservatore resta l’autonomia dell’interpretazione.
La decisione di collocare l’opera nel piazzale della Pieve è il frutto prezioso del lavoro di squadra di molte persone, ditte, enti ed istituzioni. Ringrazio tutti di vero cuore e con commozione per l’ammirevole impegno profuso.
Ho calcolato che direttamente, o indirettamente, sono state coinvolte in questo progetto circa 500 persone. Impossibile, quindi, citarle tutte. Concedetemi un’eccezione per evidenziare il ruolo di trascinatore assolto da Vanni Valbonesi.
Sono stati raccolti 20.000 Euro. Per la fusione ne sono stati utilizzati16.000. La restante parte è stata utilizzata per pubblicizzare questo evento. Dobbiamo alle ditte Zambelli di Galeata e
Capanni di Forlì rispettivamente il basamento e il lavoro per collocare la scultura.
L’opera in questo scenario ricco di storia, testimone di molti eventi che hanno caratterizzato la frazione e di altrettanti interventi urbanistici ed edilizi, caratterizzerà ulteriormente il luogo.
Cito le parole di Don Bruno Bertelli, parroco di San Martino in Strada, che al termine della sua testimonianza scrive rivolgendosi a Glauco: “Bentornato dunque! Ora, ogni mattina, ti incontrerò e sarà l’incontro di vecchi amici”. Lo stesso atteggiamento che animerà ognuno di noi quando attraverseremo questo piazzale.
L’autorevole presenza del Sindaco e del Presidente Dolcini, che interverranno, e l’aver raccolto in un volume numerose e significative testimonianze sull’attività svolta da Glauco Fiorini in questo quartiere e sul suo operato artistico, esentano le altre autorità presenti dall’effettuare ulteriori discorsi ed è per questo che passo immediatamente la parola al Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi che ringrazio anche per il significativo contributo deliberato a favore della fusione.
Dopo di lui interverrà il Sindaco Nadia Masini. Colgo l’occasione per ringraziarla e per ringraziare i funzionari e i dirigenti del Comune che hanno seguito con la consueta solerzia la pratica edilizia per l’installazione dell’opera. Il progetto è stato curato dall’Arch. Gabrio Furani.
Segnalo che la pubblicazione predisposta per l’occasione è stata curata da Alessandro Fiorini, per la grafica e da Eleonora Toledo. È stata stampata dalla Tipografia Valbonesi. Un ottimo lavoro da parte di tutti, sempre con la supervisione di Alba Amati Fiorini.
Consentitemi, infine, di ricordare alcune persone care scomparse di recente che sarebbero state presenti fra noi e che ci avrebbero aiutato per questa manifestazione: Mariacristina Gori, Enrico Zavalloni, Maria Carla Brumat.
Nella foto di Giorgio Sabatini, scattata il 2 giugno 2007 dopo lo scoprimento dell’opera “E poi …” di Glauco Fiorini, si coglie la soddisfazione dei familiari di Fiorini: la moglie Alba, i figli Alessandro e Giampaolo; delle autorità: il Sindaco Nadia Masini, il Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi Piergiuseppe Dolcini, gli Assessori Gianfranco Marzocchi e Gabriele Zelli e del redattore del progetto di installazione della scultura, l’architetto Gabrio Furani.